Midnight City

Supero una serie di cunicoli bui e mi ritrovo di fronte a quello che appare un capannone abbandonato; una rincorsa, due salti contro il muro ed ecco che attraverso la finestra della mia stanza.
Un letto basso, un armadio di medie dimensioni e una scrivania con sopra qualche foglio e libro posto in modo disordinato, questo l'ornamento della mia camera, uguale per tutte le reclute, ma poco mi frega, non necessito di nulla di più.
Prendo un libro intitolato "I segreti di Illiria", una raccolta delle leggende della regione raccontate in modo approfondito, e mi butto sul letto, immergendomi nella lettura.
« Che c'è Tsuki? Ti preoccupa quello stolto che ci sta spiando? »
Domando al mio Lunatone senza dar molta importanza alla situazione, mentre il Pokémon continua ad osservare la finestra in modo insistente.

Nonostante il ragazzo fuori dalla mia stanza stesse tentando di tutto per infastidirmi, decido semplicemente di ignorarlo e proseguire la lettura, ma dato che i comportamenti di questo andavano peggiorando, decisi di farla finita e vedere cosa vuole.
Poso accuratamente il libro sul cuscino del letto e con un balzo mi porto sul ripiano della finestra ed osservo la figura che si staglia sotto di me.
« Cosa vuoi?! »
Domando in modo secco.

« Se non hai nulla da dire io torno alla mia lettura, se non ti dispiace. »
Rispondo in modo tagliente prima di scendere dal davanzale per tornare a coricarmi sul letto e riprendere la lettura.
- Capelli neri, occhi viola e lineamenti spigolosi, tutto coerente col suo carattere, bel fisico, ma di buono avrà solo quello, non pare buona neanche nelle lotte, se la tira solamente. -
Rifletto mentre cerco di ritrovare la pagina da cui avevo interrotto.

« Ok, non volevo umiliarti, ma dato che ci tieni tanto... »
Lasciando la frase in sospeso salto sul "dorso" del mio compagno, che nel frattempo si era avvicinato alla finestra, e con un secondo mi getto giù dal primo piano, ove si trova la mia stanza, atterrando in modo impeccabile di fronte alla ragazza dai capelli corvini.
« Sei proprio sicura di voler lottare? »
Le sussurro avvicinando la bocca al suo orecchio e parlando con un tono tra il suadente e lo scherno; immediatamente compio un balzo indietro per scansare il colpo alo stomaco che la ragazza voleva tirarmi.
« Io sono Ayatsuri, te come ti chiami? Se non sei troppo orgogliosa per dirlo ad una feccia come me... »
Esclamo, lasciando per la frase in sospeso per farla arrabbiare ancora di più.

- L'avversario è uno Sneasel, sicuramente più rapido ed ha il vantaggio del tipo rispetto a Tsuki, ma le sue difese son scarse in confronto a Lunatone, che può comunque contare su un attacco Sassata. -
Osservo la rivale, la sua certezza di vittoria è chiara sul suo volto, ma non pare molto attenta ai dettagli e alle tattiche.
« A te la prima mossa, sarò un membro dei BlackSoul, ma la cavalleria non è un optional. »
Dico in modo calmo e pacato, sapendo di scalfire il suo orgoglio.

« Tutto qui? Mostrami la vera velocità del tuo compagno, non vorrai mica dirmi che quella è l sua massima rapidità, vero? »
Esclamo sfacciatamente.
« Tsuki, vai con Azione. »

« Bèh, sembra che questo sia il tuo limite, mi dispiace un po', ma vabbèh. »
Dico in modo pacato.
« Concludi la lotta. »
Il suolo inizia a frammentarsi e blocchi di terra e pietre di modeste dimensioni iniziano a sollevarsi circondate da un aura violacea fino ad un'altezza di una decina di metri.
« Ammetto che hai un compagno molto veloce, ma dubito che potrai far qualcosa per evitare questo attacco. »
I detriti iniziano quindi a piovere verso l'avversario ad una velocità superiore a quella imposta dalla gravità, come se fossero scagliati.

Osservo un attimo la mia avversaria andare via ancheggiando i fianchi e poi, senza degnare di uno sguardo le reclute che ci avevano raggiunto, rientro nella mia stanza eseguendo un salto prima sul dorso del Pokémon vincitore e poi sulla finestra.
Mi ricorico sul letto e riprendo il libro, incurante del vociare degli altri membri dei BlackSoul, ma la lettura è distratta, tutti i miei pensieri sono per quella ragazza anonima che mi aveva sfidato, dopotutto non era così scarsa e probabilmente non aveva dato neanche il meglio di sè.